Come coltivare il castagno: guida alla messa a dimora e alla cura del "re del bosco"

Come coltivare il castagno: guida alla messa a dimora e alla cura del "re del bosco" Come coltivare il castagno: guida alla messa a dimora e alla cura del "re del bosco"

Il castagno (Castanea sativa) è una pianta maestosa e longeva, simbolo di tradizione e biodiversità in molte zone montane e collinari d'Italia. Coltivare un castagno non significa solo piantare un albero: significa custodire una risorsa alimentare, ambientale e culturale. Scopriamo insieme come coltivarlo, dalle esigenze del terreno fino alla raccolta delle castagne.

Dove cresce bene il castagno?

Il castagno predilige:

  • Zone collinari e montane tra i 300 e i 1.200 m s.l.m.
  • Climi temperati con estati non troppo siccitose
  • Terreni acidi o subacidi, ben drenati, con pH compreso tra 5,5 e 6,5
  • Esposizioni soleggiate, lontane da ristagni idrici e venti forti

Evita suoli calcarei o compatti, che causano clorosi e ostacolano lo sviluppo delle radici.

Messa a dimora del castagno

La piantumazione avviene in autunno o all'inizio della primavera, quando il terreno è ancora fresco ma non gelato.

Passaggi chiave:

  1. Scava una buca profonda almeno 60 cm e larga 50 cm.
  2. Mescola il terreno estratto con compost maturo o letame ben decomposto.
  3. Inserisci la pianta (innestata se vuoi frutti buoni e rapidi) facendo attenzione a non danneggiare le radici.
  4. Riempi e compatta leggermente il terreno.
  5. Annaffia abbondantemente dopo il trapianto.
  6. Se necessario, installa un tutore per sostenere il giovane castagno.

La distanza di impianto ideale è di 8-10 metri tra le piante.

Irrigazione e concimazione

Nei primi anni è importante irrigare regolarmente in estate, soprattutto in caso di prolungata siccità. Una volta adulto, il castagno resiste bene alla siccità.

Per la concimazione:

  • In autunno: distribuisci stallatico o compost alla base
  • In primavera: puoi integrare con un concime equilibrato NPK o specifico per piante da frutto
Potatura e gestione della chioma

La potatura serve a:

  • Formare una chioma ben arieggiata
  • Eliminare rami secchi o malati
  • Favorire l'ingresso di luce

Si pota a fine inverno, evitando tagli drastici. Nei castagneti da frutto si mantiene una forma a vaso aperto o a globo.

Malattie e parassiti

Attenzione a:

  • Cinipide galligeno del castagno: insetto invasivo che indebolisce la pianta. Si combatte con insetti antagonisti (Torymus sinensis) o potature mirate.
  • Cancro corticale: fungo che colpisce la corteccia; va gestito con potature sanitarie e prodotti rameici.
  • Mal dell'inchiostro: colpisce le radici, difficile da curare.

Un castagno sano parte da un terreno ben drenato e una buona circolazione d'aria tra le piante.

Quando si raccolgono le castagne?

La raccolta delle castagne avviene tra fine settembre e ottobre, quando i ricci cadono spontaneamente a terra. Si consiglia di raccogliere frequentemente per evitare che i frutti marciscano.

Per uso familiare bastano pochi alberi. Per uso produttivo, serve un castagneto ben curato e periodicamente potato.

Conclusione

Coltivare il castagno significa investire nel tempo. I primi frutti arrivano dopo 4-5 anni (se la pianta è innestata), ma l'albero può vivere anche centinaia di anni e offrire frutti, legno e ombra per generazioni. Scegliere il castagno è un gesto d'amore per la terra e per la tradizione. 

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Sabato, 17 Maggio 2025